NEGOZIAZIONE
Non saremmo umani se non temessimo le perdite.
Lo psicologo Premio Nobel Daniel Kahneman lo ha spiegato con la sua teoria dell'avversione alle perdite, dimostrando che le persone soffrono per le perdite finanziarie più di quanto godano per i guadagni. Pertanto, l'istinto naturale degli investitori è scappare dal mercato quando comincia a perdere quota per poi rientrarvi non appena le azioni raggiungono quotazioni astronomiche. Sono due comportamenti istintivi che possono avere effetti negativi.
Non sappiamo cosa ci riserverà il resto dell'anno. Gli investimenti intelligenti, tuttavia, sono in grado di superare i limiti dell'emotività mettendo al centro la ricerca, la solidità dei dati e le strategie comprovate. Ecco sette principi che possono aiutarci a non farci prendere dall'emotività durante le fasi di instabilità dei mercati.
1. Le flessioni di mercato sono parte del processo di investimento
Nei lunghi periodi di tempo, le azioni tendono ad aumentare costantemente, ma il passato ci insegna che le flessioni del mercato azionario sono un aspetto inevitabile degli investimenti. La buona notizia è che le correzioni (definite come flessioni pari o superiori al 10%), i mercati ribassisti (declini prolungati del 20% o più) e altre fasi d'instabilità non durano all'infinito.
Le flessioni di mercato sono frequenti, ma non durano per sempre
I rendimenti passati non sono indicativi di rendimenti futuri.
Al 31 dicembre 2024. Fonti: Capital Group, RIMES, Standard & Poor‘s. La frequenza media presuppone una ripresa del 50% del valore perso. La durata media va dal valore massimo a quello minimo.
In media, l'indice S&P 500 ha perso almeno il 10% all'incirca una volta ogni 18 mesi e il 20% o più ogni seianni, stando ai dati disponibili dal 1954 al 2024. Benché i risultati passati non siano indicativi di quelli futuri, ogni flessione è stata seguita da una ripresa e, nel tempo, da un nuovo picco di mercato.
2. Nei mercati finanziari conta il tempo, non il market-timing
Nessuno può prevedere accuratamente gli spostamenti di breve termine del mercato e gli investitori che rimangono ai margini rischiano di essere tagliati fuori dalle fasi di forte apprezzamento che seguono le flessioni.
Ogni flessione del 15% o più dell'S&P 500 dal 1929 al 2024 è stata seguita da una ripresa. Il rendimento medio nel primo anno dopo ciascuno di questi ribassi è stato del 52%.
Basta qualche giorno di astinenza dalle negoziazioni per accusare un colpo non da poco. Un ipotetico investimento di 1.000 dollari USA nell'S&P 500 effettuato nel 2014 avrebbe reso 2.869 dollari entro la fine del 2024. Ma se un investitore si è perso proprio i 10 giorni di negoziazione migliori di quel periodo, chiuderà l'anno con solo 1.571 dollari, ossia il 45% in meno.
Perdersi anche solo alcuni giorni migliori del mercato può incidere fortemente sugli investimenti
I rendimenti passati non sono indicativi di rendimenti futuri.
Al 31/12/2024. Fonti: RIMES, Standard & Poor’s. Valori in dollari USA
3. Gli investimenti emotivi possono essere pericolosi
Kahneman ha vinto il Premio Nobel nel 2002 per il lavoro svolto nel campo dell'economia comportamentale, che indaga il modo in cui le persone prendono decisioni finanziarie. Una delle conclusioni chiave degli economisti comportamentali è che spesso le persone agiscono in maniera irrazionale.
Le reazioni emotive agli eventi di mercato sono assolutamente normali. Gli investitori non possono che provare nervosismo dinanzi a una flessione delle borse. Ma sono proprio le azioni intraprese durante queste fasi che fanno la differenza tra il successo e il fallimento degli investimenti.
Fonte: Capital Group
Uno dei modi per promuovere un processo decisionale razionale nel campo degli investimenti è comprendere i fondamenti della finanza comportamentale. Capire dinamiche come l'ancoraggio, il bias di conferma e il bias di disponibilità può aiutare gli investitori a individuare le trappole dell'emotività evitando di caderci.
4. Predisporre un piano e rispettarlo
Creare e attenersi a un piano d'investimento attentamente studiato è un altro modo per evitare di prendere decisioni d'investimento poco avvedute, specie quando i mercati si muovono al ribasso. Il piano deve tenere conto di diversi fattori, tra cui la tolleranza al rischio e gli obiettivi di breve e lungo termine.
Uno dei modi per evitare l'inutile sforzo di prevedere l'andamento del mercato è il metodo del "dollar cost averaging", ossia l'investimento di un importo fisso a intervalli regolari indipendentemente dai rialzi e ribassi dei mercati. Questo approccio crea una strategia nella quale vengono comprate più azioni a prezzi inferiori e meno azioni a prezzi superiori. Nel tempo gli investitori pagano un importo mediamente più basso per ogni azione. Gli investimenti regolari non garantiscono un profitto, né proteggono dalle perdite. Gli investitori devono considerare la loro propensione a rimanere investiti durante le fasi di ribasso dei prezzi.
Quando il prezzo delle azioni diminuisce, si possono ricevere più azioni per lo stesso importo di denaro e abbassare il costo medio per azione
A solo scopo illustrativo.
In un periodo di 12 mesi, l'importo totale investito è stato di $ 6.000, e il numero totale di azioni acquistate ammontava a 439,94. Il prezzo medio al quale le azioni sono state scambiate era di $ 15, e il costo medio delle azioni era $ 13,64 ($ 6.000/439,94). I dati riportati sono solo a solo scopo illustrativo e non rappresentano i reali risultati di un investimento specifico.
I piani pensionistici, nei quali gli investitori versano contributi automatici ad ogni stipendio, sono un ottimo esempio della media del costo del dollaro.
5. Il potere della diversificazione
Un portafoglio diversificato non garantisce guadagni né assicura che gli investimenti non perderanno valore, ma riduce il rischio. Distribuendo gli investimenti su più classi d'attivo, gli investitori abbassano la probabilità di forti oscillazioni nei loro portafogli. I rendimenti complessivi non toccheranno gli apici dei singoli investimenti, ma neanche gli abissi più profondi.
La diversificazione può contribuire a ridurre la volatilità per gli investitori interessati ad evitare lo stress causato dalle fasi ribassiste.
Le asset class vanno e vengono tra le preferenze degli investitori
I rendimenti passati non sono indicativi di rendimenti futuri.
Al 31 dicembre 2024. Fonte: Refinitiv Datastream, RIMES. Azioni large-cap USA - Indice Standard & Poor's 500 Composite; Azioni small-cap globali - Indice MSCI All Country World Small Cap; Azioni internazionali - Indice MSCI All Country World ex USA; Azioni dei mercati emergenti - Indice MSCI Emerging Markets; Obbligazioni USA - Indice Bloomberg U.S. Aggregate; Obbligazioni internazionali - Indice Bloomberg Global Aggregate; Liquidità - Indice Bloomberg U.S. Treasury Bills: 1 - 3 mesi.
6. Il reddito fisso può contribuire all'equilibrio
Le azioni sono importanti elementi costitutivi di un portafoglio diversificato, ma le obbligazioni possono fornire un contrappeso essenziale. Questo perché le obbligazioni hanno in genere una correlazione inferiore con il mercato azionario, il che significa che tendono a muoversi nella direzione opposta rispetto alle azioni.
I rendimenti passati non sono indicativi di rendimenti futuri.
Al 31 dicembre 2024. Fonti: Capital Group, Morningstar. Le medie sono state calcolate utilizzando i rendimenti complessivi cumulativi degli indici SP&500 e Bloomberg US Aggregate durante i nove periodi di correzione del mercato azionario dal 2010: dal 23 aprile 2010 al 2 luglio 2010, dal 29 aprile 2011 al 3 ottobre 2011, dal 21 maggio 2015 al 25 agosto 2015, dal 3 novembre 2015 all'11 febbraio 2016, dal 26 gennaio 2018 all'8 febbraio 2018, dal 20 settembre 2018 al 24 dicembre 2018, dal 19 febbraio 2020 al 23 marzo 2020, dal 3 gennaio 2022 al 12 ottobre 2022 e dal 31 luglio 2023 al 27 ottobre 2023. Le correzioni si basano su flessioni dei prezzi pari o superiori al 10% (senza reinvestimento dei dividendi) nell'Indice S&P 500 con una ripresa di almeno il 75%.
Inoltre, le obbligazioni con una bassa correlazione azionaria possono potenzialmente contribuire ad attenuare l'impatto delle perdite del mercato azionario sul portafoglio complessivo. I fondi che forniscono questa diversificazione possono contribuire a creare portafogli durevoli e gli investitori dovrebbero cercare fondi obbligazionari con un solido track record di rendimenti positivi in una varietà di mercati.
Anche se le obbligazioni potrebbero non essere in grado di uguagliare il potenziale di crescita delle azioni, hanno spesso mostrato una certa resilienza in passato durante le flessioni del mercato azionario. Il crollo del mercato verificatosi nel 2022 è stato singolare, in quanto molte obbligazioni non hanno svolto il loro tipico ruolo di bene rifugio. Tuttavia, nelle cinque flessioni del mercato prima del 2022, le obbligazioni – misurate dall'Indice Bloomberg US Aggregate – sono salite quattro volte e non sono mai scese oltre l'1%.
7. I mercati tendono a premiare chi investe nel lungo termine
È ragionevole aspettarsi rendimenti del 30% tutti gli anni? Ovviamente no. Parimenti, se nelle ultime settimane le azioni si sono mosse al ribasso ciò non vuol dire che si tratta dell'inizio di un trend di lungo termine. La finanza comportamentale ci insegna che gli eventi più recenti influenzano in maniera sproporzionata le nostre percezioni e decisioni.
È importante mantenere sempre una visione di lungo termine, soprattutto quando i mercati sono in fase calante. Anche se le azioni salgono e scendono nel breve termine, i listini tendono a premiare gli investitori lungo archi temporali più estesi. Includendo i ribassi, il rendimento medio dell'S&P 500 lungo tutti i periodi di 10 anni dal 1939 al 2024 è stato del 10,94%.
I rendimenti passati non sono indicativi di rendimenti futuri.
Al 31 dicembre 2024. Fonte: Capital Group Morningstar, RIMES, Standard & Poor’s. In base a periodi mobili mensili in 10 anni.
È naturale che l'emotività si faccia sentire durante le ondate di volatilità. Gli investitori che riescono a silenziare i rumori di sottofondo hanno maggiori chance di elaborare una strategia d'investimento accorta.
Questo articolo fa riferimento principalmente ai dollari e agli indici statunitensi, ma riteniamo che i principi illustrati siano applicabili a tutti i mercati mondiali.
Per maggiori informazioni consulta il sito Capital Ideas di Capital Group.
